I Professori del Liberismo
Stanno oramia per scadere i famosi cento giorni di "luna di miele" che tradizionalmente gli italiani, me compreso, concedono come fiducia ai loro governanti. Proviamo allora a tirare le somme.
E' sempre più chiaro che il governo Monti non ha come principale obiettivo l'abbattimento del debito pubblico, visto che è così impegnato nel perseguimento dei "desiderata" del Liberismo mondiale. Esso persegue cioè con pertinacia e accanimento le cosiddette "liberalizzazioni" per realizzare sostanzialmente, in Italia, un "Liberismo compiuto".
Sarà mai possibile?
Non sono un economista. I principi del nuovo libero mercato globale aborrono dalle cosiddette "rendite di posizione" e prevedono la concorrenza e la presenza di uno Stato controllore del rispetto delle regole ferree della libertà economica, ma senza dirigere le scelte del mercato. Al Liberismo, come reazione, ha fatto da "contro-altare" il Socialismo-Comunismo che ha cercato di mettere l'economia nelle mani di uno Stato dirigista, con i disastri che la storia ha registrato.
Ma, attenzione a non cantare troppo presto vittoria.
Oggi il Liberismo, dopo il crollo del Comunismo, si presenta sullo scenario globale sostanzialmente senza "competitors" nella sua sfrenata corsa alla conquista delle ultime e residuali forme di sovranità particolare.
C'è stato il dissolvimento dell'Unione Sovietica.
C'è stato il quasi contemporaneo inserimento della Cina nel WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) in cui l'ultima potenza comunista rimasta ha trasformato il suo miliardo e trecento milioni di abitanti nella più grande massa lavoratrice che la storia abbia mai conosciuto, al puro servizio del Liberismo globale. Una enorme massa di lavoratori sottocosto e quindi attrattiva di liquidità proveniente da ogni angolo del pianeta, destinata a prosciugare i portafogli dell'intero Occidente.
La Cina (e i paesi emergenti) è oramai diventata il principale prestatore mondiale di liquidità. Pare che la stessa guerra in Irak sia stata ampiamente pagata col denaro prestato dai cinesi. Il paese asiatico non si è mai posto troppi scrupoli per i diritti umani e quindi rappresenta un serbatoio di "massa lavoratrice" ideale ed inesauribile per il nuovo Liberismo, rampante e onnivoro.
La Terza Via, fra Capitalismo e Socialismo, perseguita da una Europa dalle radici cristiane è oggi messa duramente alla prova.
I mercanti sono oramai entrati nel tempio... E il lavoro nel giorno di Domenica ne rappresenta una immagine che non è più puramente simbolica. Il riposo festivo della tradizione giudaico-cristiana è stato il primo baluardo dalla prevaricazione di un mercato e di un denaro, Mammona, intenzionati a togliere persino l'anima all'uomo del lavoro.
E hanno il coraggio di chiamarla "liberalizzazione degli orari di lavoro"?
Questa non è libertà del lavoro, ma servitù del lavoro, come l'Egitto di biblica memoria.
Assistiamo inoltre, col pretesto di combattere certamente anacronistiche "rendite di posizione", al tentativo di eliminare gli "Organismi intermedi" fra Stato e Cittadino, con cui da secoli la Società europea ha cercato di autoregolarsi, come Corporazioni Associazioni Sindacati Ordini professionali. Assistiamo alla chiusura, a questo punto non casuale, della Agenzia per il Terzo Settore a Milano.
Assistiamo addirittura alla volontà di cambiare la legislazione inerente il licenziamento senza riconoscere al Sindacato una parola autorevole e decisiva.
Anche la recente battuta sul posto fisso che sarebbe noioso è decisamente fuori luogo, quando oggi la quasi totalità dei nuovi contratti è a tempo determinato e non permette, specialmente ai giovani, di fare progetti di vita per il lungo periodo.
No, così non va.
Ai Professori del Liberismo dico: Non potrete alla lunga governare l'Italia senza gli Italiani.
Non solo non è giusto, ma è anche impossibile.
Cordiali saluti.
Glauco Santi