9 febbraio 2011: Prima Giornata Nazionale dedicata agli Stati Vegetativi
Mercoledì 9 febbraio, ricorrenza della morte di Eluana Englaro, si è celebrata la Prima Giornata Nazionale dedicata agli Stati Vegetativi, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sui nostri concittadini che versano in una condizione clinica di "grande disabilità".
Negli anni '50 i pazienti che subivano lesioni cerebrali acute che portavano a coma morivano nel giro di qualche giorno. Attualmente 150mila persone entrano in coma in seguito a trauma cranico: il 15% muore, il 10% riporta gravi lesioni neurologiche, lo 0,5% entra in stato vegetativo, il 74,5% recupera o resta con disabilità non gravi. Per gli "ictus" (malattie cerebrovascolari acute) ogni anno vengono colpite 180mila persone: il 20% muore, 10% ha gravi deficit neurologici, 1% entra in stato vegetativo e il 70% riprende la propria vita con qualche disabilità.
Il Coma è connotato dalla mancanza di consapevolezza e vigilanza. Lo Stato Vegetativo presenta la conservazione della vigilanza (il paziente ha gli occhi aperti e presenta il ritmo sonno veglia), mentre non evidenzia la consapevolezza di sè e dell'ambiente (non essendo in grado di comunicare con l'esterno). Esiste inoltre un altro quadro clinico definito "Stato di Minima Coscienza" che può anche rappresentare una evoluzione positiva dallo stato vegetativo verso la guarigione più o meno completa. Oggi tali stati vengono definiti più appropriatamente "disturbi di coscienza prolungati". Attualmente disponiamo di quattro innovative tecnologie che nell'insieme vengono definite: "Multimodal Brain Imaging", e comprendono la Tomografia a emissione di positroni, la Risonanza magnetica funzionale, l'elettroencefalogramma con stimolazione magnetica transcranica e la Tomografia a gradiente di spostamento di molecole d'acqua.
Nel paziente in stato vegetativo non siamo in presenza nè di morte della corteccia cerebrale, nè di morte del cervello: ciò è un falso scientifico! Il paziente in stato vegetativo "sente, ma non percepisce". Nello stato di minima coscienza, invece, "sente e percepisce". Gli scienziati preferiscono perciò non parlare più di "assenza" di coscienza, ma di "non evidenza" di coscienza, in quanto vi è una sorta di "coscienza frantumata" caratterizzata dalla deconnessione fra corteccia primaria e aree associative.
Con le moderne tecniche si è evidenziato un errore fino al 43% nella diagnosi di Stato Vegetativo, mentre si trattava in realtà di Stato di Minima Coscienza. Per questo oggi si usa un atteggiamento di maggior rigore diagnostico con un protocollo specifico chiamato "Coma Recovery Scale-R".
Con tali recenti tecniche di indagine si è documentato che, nel caso di Terry Wallis, risvegliato dopo ben 19 anni di Stato Vegetativo Persistente, le fibre nervose danneggiate erano ricresciute.
Concludendo, voglio perciò unirmi all'Associazione "Scienza e Vita" nella celebrazione della Prima Giornata Nazionale dedicata agli Stati Vegetativi, auspicando un interesse maggiore da parte di tutti, istituzioni in primis, nella cura verso questi nostri concittadini colpiti da questo tipo di disabilità.
Cordiali saluti.
dr.Glauco Santi
glc.snt@libero.it
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