Cari amici, care amiche,
oggi voglio affrontare un tema a me molto caro, la questione dei modelli giovanili.
È un tema a me molto caro in quanto ventunenne che vive il mondo dei giovani quotidianamente.
Oggi purtroppo noi giovani viviamo in un mondo dell’apparenza, dove quello che conta non è quello che sei, ma quello che appari, dove tutto ciò che conta è fare parte della massa, spersonificando l’individuo perché una persona fuori dalla massa può essere pericolosa.
Ma andiamo per gradi.
I giovani oggi si trovano di fronte a modelli dove tutto è estremizzato, dove ciò che conta è essere belli, ricchi e di successo, e quindi li prendono ad esempio essendo bombardati da giornali, pubblicità e televisioni.
Se facciamo un analisi più approfondita possiamo comunque notare come coloro che scelgono i modelli da far apparire sui media siano persone di generazioni successive alla nostra che abbiano un unico obbiettivo: il profitto.
Non è il profitto un male in se, ma lo diventa quando si vuole tutto e subito, senza aspettare i vari passi che un impresa deve affrontare.
Ormai vediamo quanta fila cè per i provini del Grande fratello o di Amici, tutti vogliono il successo e la ricchezza con facilità e senza fatica.
Ma la ricchezza e il successo ottenuti così sono effimeri, durano per uno, due anni al massimo, lasciando le persone in uno stato di disperazione nel momento che devono tornare alla vita normale dopo essere stati illusi di poter vivere ammirati e agiati per il resto della vita, è quindi un’arma a doppio taglio.
Fa parte della cultura moderna ciò che ho appena affermato, ma la via per ottenere un benessere continuativo nel tempo è una sola: impegno, dedizione, fatica e spirito di sacrificio.
Spesso critichiamo le persone che hanno determinate cariche, come i politici per citare una categoria, ma senza fare niente, ma proprio niente per migliorare quello che secondo noi non va.
È più facile farsi i fatti propri e criticare che uscire di casa ed impegnarsi per vedere realizzate le nostre idee positive per il mondo.
Oggi uscire dalla massa è pericoloso dicevo, infatti finché si è nel gruppo non si è criticati, si è tutti omogenei ma soprattutto si è facilmente controllati, cosicché ognuno possa controllare che nessuno abbia più successo dell’altro, viviamo un po’ il problema dell’uguaglianza estrema di cui parla Tocqueville.
Si all’uguaglianza dei diritti, no all’uguaglianza delle persone.
Se facessimo un rapido sondaggio tra i giovani vedremmo come le persone ammirano più una persona che lavora in tv solo ed esclusivamente per la bellezza piuttosto che uno scienziato od un economista di fama mondiale.
Ciò mi preoccupa.
Noi tutti, da me ventunenne alla persona più matura che legga queste righe, dobbiamo portare avanti i nostri valori, indipendentemente dalla visione che abbiamo del mondo, ma purchè siano valori veri e sentiti, solo così (anche se sono diversi il confronto di idee è sempre un fattore positivo e di crescita personale) vedremo come ci sarà un netto miglioramento della sfera individuale e globale delle persone.
Un sentito ringraziamento va a Glauco Santi per la disponibilità e la collaborazione continua che mi offre.
Jonathan Mezzadri
jonathanmezzadri@libero.it