Peiodicamente si riaccende il dibattito sul principio di Sussidiarietà, specialmente se declinato in campo scolastico. Il dettato della nostra Carta Costituzionale all'articolo 33 così recita: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato".
A una prima lettura "il senza oneri" sembrerebbe affermare tassativamente che allo Stato sia proibito, nel modo più assoluto, dare denaro dei contribuenti alle scuole paritarie.
Ad una riflessione più approfondita nasce invece un interrogativo molto semplice, pragmatico e scevro da rigidità ideologiche. È possibile, cioè, che il finanziamento alle scuole paritarie, lungi da essere un onere, sia in realtà un utile per lo Stato e l'intera collettività?
La nostra Costituzione non afferma nel modo più assoluto che il contributo da parte dello Stato alle scuole paritarie sia assolutamente vietato qualora esso rappresenti un risparmio e quindi un utile complessivo.
Tale riflessione infatti ha indotto il Consiglio Comunale della laicissima città di Bologna ad approvare la convenzione con le scuole per l'infanzia con un contributo di circa un milione di euro. Con tale cifra può essere garantita la scuola materna a oltre 1700 bambini. Con la medesima cifra, nelle scuole materne comunali, avrebbero invece potuto godere di un posto solamente meno di 200 bambini.
È evidente che la Sussidiarietà, lungi dall'essere un onere, è in realtà un utile per l'ente pubblico, Comune o Stato che sia.
Cordiali saluti
Glauco Santi