Il Quoziente Parma è stato sospeso.
Quello che da tempo era motivo di preoccupazione si è avverato. Con la Deliberazione n. 439/2012 del 26.11.12 la Giunta di Parma dà il suo avvio formale allo smantellamento del “Quoziente Parma”.
Nel piano tariffario 2013, oltre ad aumenti delle rette che vanno a colpire il sempre più tartassato ceto medio, per quanto riguarda i nidi e le scuole d’infanzia viene esplicitamente deliberato, solo per citare un passaggio della delibera, “di approvare la sospensione dal primo gennaio 2013(…) delle riduzioni derivanti dall’applicazione del Quoziente Parma e dalle agevolazioni per famiglie affidatarie e per famiglie numerose con un numero di figli a carico pari a tre o più”.
Coloro che attualmente guidano la città, il sindaco Pizzarotti e la giunta, sostenuti dalla maggioranza monocolore del Movimento 5 Stelle, si sono assunti la grave responsabilità di sospendere, e probabilmente in futuro abolire, un Quoziente Famigliare che ha fatto scuola in tutta Italia come mezzo virtuoso per sostenere le famiglie, specialmente quelle numerose.
Già sotto la gestione del Commissario Ciclosi, nel gennaio 2012, si parlò della possibile abolizione del suddetto Quoziente, poi evitata grazie al grande riconoscimento, con coro quasi unanime anche a livello nazionale, del suo valore come strumento di politiche familiari.
La sospensione e quindi abolizione per il prossimo 2013 del Quoziente Parma è un progetto penalizzante le famiglie in questa dura congiuntura economica e mortificante la natalità, visto l’inverno demografico che attanaglia sempre più le nostre città e, a detta di autorevoli analisti, principale causa del progressivo collasso del sistema sociale del welfare.
E questo a poche settimane dalla introduzione a Parma del Registro delle unioni civili in cui si è fatta una grandissima confusione fra diritto pubblico e diritto privato. Si è passati in brevissimo tempo da “Parma: una città a misura di famiglia” a una città che sulle politiche familiari sta decisamente “navigando a vista” e regredendo.
Penso che sia giunto il momento in cui associazioni, forze politiche e liberi cittadini facciano sentire in tutta Italia la loro comune indignazione.
Cordiali saluti
Glauco Santi