Libia: una guerra sbagliata
Concordo con le dichiarazioni del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: la guerra in Libia è una guerra sbagliata.
E' necessario al più presto cessare le azioni militari ed avviare il negoziato. L'Africa agli africani. Il presidente francese Sarkozy, recentemente, in quel continente, ha fatto due gravi errori di politica estera, destabilizzando prima la Costa d'Avorio e poi la Libia, in operazioni palesemente neocoloniali. Oltre a motivazioni etiche, in Libia è stato commesso un grossolano errore di miopia politica: si è trasformato un dittatore, Gheddafi, in un patriota che combatte per la liberazione dell'Africa dal neocolonialismo occidentale, ultimamente particolarmente aggressivo. Egli è stato per ben tre volte presidente dell'Unione Africana e fra i suoi progetti recenti vi era quello della creazione della moneta africana, indipendente, mentre, ad esempio, gran parte dell'Africa, specie quella francofona, è costretta ad avere il Franco Francese Africano, per il quale tali paesi devono depositare miliardi e miliardi a Parigi. Fra gli altri progetti, la creazione di un sistema satellitare di comunicazione per tutto il continente africano. Progetti per i quali aveva versato all'estero decine di miliardi di dollari, che ovviamente sono stati sequestrati.
Moneta e sistema di comunicazione proprio: in altre parole, indipendenza effettiva.
L'Africa è un continente ricchissimo, ma gli africani sono poveri e si muore di fame. Perchè? L'esperienza della Libia e della Costa d'Avorio ha dimostrato che più un paese africano è indipendente, più la ricchezza delle sue immense materie prime può essere utilizzata per il benessere del popolo. In Libia, ad esempio, la sanità è gratuita. Qui da noi non si era mai vista una emigrazione libica, mentre ora stanno aumentando i profughi anche da questo paese. Lo ha capito anche la Lega: più guerra e sfruttamento da parte dei paesi occidentali in Africa, più emigrazione di profughi e disperati in Europa. L'emigrazione non è una "fatalità", ma ha delle ben precise cause e responsabilità. Vogliamo questo?
In Libia le forze NATO sono andate ben al di là del mandato ONU che prevedeva solo e unicamente la difesa dei civili, per realizzare l'intenzione, mai nascosta nei fatti, del rovesciamento del governo del Rais di Tripoli.
Ancora una volta esponenti del mondo cattolico, come mons. Martinelli, chiedono un cessate il fuoco. Russia e Cina vogliono altrettanto. Lo stesso presidente Obama, oltre ad aver perso agli occhi dei paesi africani gran parte di una sua iniziale credibilità, ha oggi una forte opposizione interna negli Stati Uniti. Ha infatti iniziato una guerra senza averne avuto il prelimimare "ok", come previsto dalla legge, da parte del Congresso americano.
La stessa Unione Africana chiede che cessino le operazioni militari e si apra il negoziato.
La guerra in Libia, dopo tre mesi, è allo stallo e gli insorti hanno già dichiarato di aver finito i soldi e nessuna potenza occidentale ha intenzione di regalarne loro, semmai è il contrario, si va là per prendere. Mettere le mani sul gas e il petrolio libico.
Giovanni Paolo II era contrario alla guerra in Iraq, eppure Bush e l'Occidente vollero andarci lo stesso perchè, si diceva, vi erano le armi di distruzione di massa. Tali armi non furono mai trovate, ma centinaia di migliaia di persone morirono. Lo stesso Bush riconobbe, poi, che si era sbagliato. Vogliamo ricominciare daccapo?
Perciò, no alle bombe, sì al negoziato!
Sì al dialogo, no alla guerra!
Cordiali saluti.
dr.Glauco Santi
Consigliere Quartiere Pablo di Parma
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